Two white dice

I giochi di dadi in TV: alcune rappresentazioni

 

Giochi di società e giochi di carte ci hanno fatto compagnia per tantissimi anni e hanno riempito numerose serate con gli amici. E lo fanno, senza dubbio, ancora oggi.

Tuttavia, quando sentiamo la parola gioco, non sono più i grandi classici a venirci in mente: ci sono, addirittura, generazioni che, forse, a scala 40 o a burraco non hanno nemmeno mai fatto una partita.

Oggi, soprattutto i più giovani, pensano subito ai videogiochi o comunque a diverse forme dell’intrattenimento online – che sia su console, smartphone o computer.

E sono diventati digitali anche giochi a cui molti adulti sono appassionati, e che mai avremmo pensato di poter veder praticati anche in assenza di un tavolo, per esempio.

 

Pensiamo ai vari giochi di dadi, che negli ultimi anni sono diventati più popolari che mai. Perché i dadi possano atterrare e mostrare le loro facce, c’è bisogno di un piano. Ma c’è anche bisogno di una mano che li lanci.

Eppure oggi la tecnologia ha raggiunto livelli così avanzati che per divertirsi con i dadi basta un telefonino connesso a internet: è possibile giocare a craps online, per esempio.

Scegliendo portali certificati ADM si ha la garanzia di giocare in modo sicuro affidandosi a un algoritmo che assicura la totale casualità di ciascun lancio di dadi.

 

La popolarità dei giochi di dadi

 

I giochi di dadi appassionano le persone perché danno, innanzitutto, un senso di grande controllo. I dadi, infatti, sono nelle nostre mani, siamo noi a scuoterli e a lanciarli, poi, sul tavolo: nella nostra testa abbiamo la sensazione di essere, appunto, in controllo.

Inoltre, molti scelgono di giocare a dadi perché per divertirsi non serve altro – solamente, davvero, i dadi. Non servono nemmeno le sedie, a ben guardare.

E nemmeno mazzi di carte particolari. A proposito di carte, poi, le strategie di gioco possono essere complesse da capire, difficili da imparare e anche da mettere in atto.

Serve tanta pratica, per esempio, per padroneggiare davvero il poker e conoscerne a fondo tutte le regole. Non è questo il caso dei giochi di dadi: dopo il lancio si scopre immediatamente il risultato e questo li rende un gioco per tutti.

Il lancio, inoltre, è rapido: l’esito di una partita non arriva dopo ore (come nel caso del già citato poker). Pochi minuti, tanta adrenalina e azioni intense: ecco i giochi di dadi.

 

Essere popolari significa diventare culturalmente pop: significa uscire dai propri confini settoriali e invadere con successo altri mondi.

La saga di James Bond ha consacrato sul grande schermo il brivido e la strategia del gioco d’azzardo, insieme al fascino dei casinò fisici. Il merchandising intorno ad alcuni videogames ha raggiunto fatturati da capogiro.

La lista dei libri che hanno come protagonisti appassionati di poker è lunghissima. Ecco solo alcuni esempi di passatempi che sono usciti dalla sfera degli hobby e hanno permeato tutta la cultura moderna.

Vale lo stesso anche per i giochi di dadi? Ebbene sì. Basti pensare all’iconico film “Jumanji”, in cui il dodicenne Alan viene risucchiato nel gioco e catapultato in una realtà parallela in seguito a un lancio di dadi sfortunato: un gioco che sa trasportar chi questo mondo vuol lasciar.

Ancor più indimenticabile, però, è la frase nella giungla dovrai stare finché un 5 o un 8 non compare. Chi non se la ricorda? Si parla di dadi, ovviamente, ed è difficile trovare qualcuno che non conosca questa celeberrima pellicola.

Benché “Jumanji” sia sicuramente l’esempio più noto, non è l’unica rappresentazione andata in onda in TV con al centro un gioco di dadi. Eccone 3 ulteriori esempi molto popolari negli Stati Uniti d’America:

 

The Big Showdown

 

Game show americano andato in onda negli anni ’70 (precisamente negli anni ’74 e ’75). 3 erano i concorrenti che si sfidavano, 6 invece le categorie disponibili – il cui valore era proprio determinato dalle facce di un dado.

 

High Rollers

 

Altro game show americano con i dadi come protagonisti. È andato in onda sulla NBC negli stessi anni di The Big Showdown, ma ha poi avuto la fortuna di essere rilanciato anche negli anni dal ’78 all’80 – quando fu poi definitivamente cancellato per lasciare spazio a The David Letterman Show.

In questo caso erano solamente 2 i concorrenti in gara: l’obiettivo era eliminare da un tabellone le cifre da 1 a 9, attraverso il lancio di una coppia di dadi.

In pratica, se i dadi facevano comparire, per esempio, un 10, potevano essere eliminate tutte le combinazioni di numeri che raggiungevano quota 10: 1+9, 2+8, 3+7, 4+6, 1+2+7, 1+3+6, 1+4+5, 2+3+5, o 1+2+3+4 (a patto che nessuna cifra della combinazione fosse già stata cancellata prima).

 

Yahtzee

 

Presentato da Peter Marshall, questo game show è andato in onda per la prima volta nel 1988 e ospitava ogni settimana una ragazza dei dadi diversa: ci sono state Denise DiRenzo, Kelly Grant e Teresa Ganzel, per esempio.

A giocare erano 2 squadre di 3 persone ciascuna e 5 VIP. L’obiettivo era riuscire a indovinare quali risposte avrebbero dato le celeb alle domande del presentatore.

A ogni round vincente, il capitano della squadra che aveva trionfato poteva lanciare 5 dadi, come in una partita di yahtzee, sperando di ottenere 5 numeri uguali.

 

Sul grande (cinema), piccolo (TV), o piccolissimo (cellulare) schermo, insomma, i dadi riscuotono da sempre grande successo: anzi, lo riscuotono da ben prima che venissero inventati gli schermi.

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *