La nuova rivoluzione tv in arrivo dal 1° settembre 2021 obbligherà tutte le emittenti italiane a un drastico cambio di frequenze in uso e imporrà l’adozione del nuovo standard trasmissivo, denominato DVB-T2, ovvero il secondo tempo del digitale terrestre. La transizione al nuovo standard sarà graduale, regione per regione ed emittente per emittente, porterà dei cambiamenti anche per i telespettatori, e avrà termine il 30 giugno 2022, secondo l’Articolo 89 della Legge di Bilancio 2018.
Ma è verò che tutti dovranno cambiare televisore o acquistare l’ennesimo decoder? E si dovranno fare lavori di adeguamento all’antenna?
Ecco le risposte e tutte le attuali soluzioni dell’esperto di digitale terrestre facile.
Per far spazio alle reti mobili a banda ultralarga del 5G, in Italia, come in Europa, è stato deciso dalla Commissione europea di liberare alcune frequenze dello spettro elettromagnetico (694-790 MHz) occupate dalle televisioni. Per gli operatori tv come Rai, Mediaset, La7, Discovery e altri ci saranno meno Multiplex del digitale terrestre per trasmettere i canali ora in onda. Per questo motivo le tv saranno obbligate ad adottare un nuovo standard che consente il risparmio di spazio nelle frequenze, l’aumento di canali nei singoli Mux, oltre a una migliore qualità audio e video (vedi qui che cosa è il DVB-T2).
Lo Switch-off porterà la nuova tv nelle case degli italiani con l’adozione dello standard DVB-T2 per le emittenti e l’adeguamento degli apparecchi televisivi per gli utenti (se necessario). Il passaggio comporterà un cambiamento radicale dei segnali di quasi tutti i canali trasmessi e una rivoluzione nella numerazione LCN automatica, che modificherà l’ordine del telecomando.
Il passaggio ai nuovi standard del digitale terrestre partirà il 1° settembre 2021 e terminerà il 30 gugno 2022.
Nella prima fase gli operatori TV italiani saranno obbligati a trasmettere i propri canali con la codifica DVB-T / Mpeg-4. Il cambiamento provocherà il riassetto delle frequenze (che saranno di numero minore) e dei canali TV.
Dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021. Area 2 : Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia tranne la provincia di Mantova, provincia di Piacenza, provincia di Trento, provincia di Bolzano); Area 3: Veneto, provincia di Mantova, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna tranne la provincia di Piacenza.
Dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022. Area 1: Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna.
Dal 1° aprile al 20 giugno 2022. Area 4: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche.
Nella seconda fase, dal 21 giugno 2022 al 30 giugno 2022, si effettuerà il passaggio dallo standard DVB-T al nuovo DVB-T2 con codec h265/HEVC, standard che consente di mantenere tutti i canali attuali del digitale terrestre in uno spazio frequenziale ridotto.
Vedi qui il calendario completo del passaggio al nuovo digitale terrestre.
Nel 2020 sarà erogato inoltre il Bonus TV per agevolare le famiglie nell’acquisto di apparecchi compatibili. Scopri di più sul Bonus TV.
Lo Switch-off non causerà però la sostituzione del 90% dei televisori degli italiani. A partite dal 1° gennaio 2017 infatti per legge tutti i televisori distribuiti in commercio hanno il sintonizzatore DVB-T2, o devono essere venduti con un decoder DVB-T2 (solo la GDO ha avuto una proroga sino alla fine dell’anno). Ma i tv con tuner dtt di seconda generazione sono in commercio da diversi anni (almeno dal 2015). Secondo i dati forniti dalla Fondazione Ugo Bordoni, che ha guidato il primo passaggio al digitale terrestre, il 60% dei televisori e dei decoder degli italiani sono compatibili con il DVB-T2 e il codec Mpeg4. Mentre solo il 5-8% degli utenti attualmente possiede un dispositivo tv compatibile con il T2 e la codifica HEVC.
Il passaggio non costringerà tutte le famiglie ad adeguare gli impianti d’antenna. Quelli più a rischio sono gli impianti tv condivisi dei condomini. Ma non sarà un adeguamento generalizzato. Non tutti gli impianti tv condominiali centralizzati hanno i cosiddetti sistemi canalizzati, che sono appunto configurati dall’antennista per la ricezione ottimale e fissa delle frequenze usate dai canali, soprattutto dopo il primo Switch-off del digitale terrestre. Un buona architettura d’impianto tv (che sia canalizzato, semi-canalizzato o a banda larga) si costruisce in base ai segnali tv che si ricevono nell’area, se ad esempio provengono da più fonti a da una sola fonte di emissione.
Il governo ha predisposto 151 milioni di euro di incentivi per gli utenti che dovranno cambiare il televisore o adeguarlo con apposito decoder compatibile con il digitale terrestre DVB-T2 che funzionerà con le nuove frequenze. Inizialmente i contributi (chiamati anche Bonus TV) saranno limitati alle fasce disagiate già esonerate dal pagamento del canone tv (2 milioni di utenti per singoli bonus da 50 euro). Il contributo potrà essere distribuito ad altri cittadini e abbonati Rai a seconda della diffusione dei nuovi televisori compatibili.
Ti è piaciuto l’articolo? Continua a seguire l’esperto, leggi le ultime news di Tv Facile.
Lascia un commento